#7 Phoebe Philo è per sempre
Rivedere le sue collezioni per Céline mi ha ricordato da dove arriva la mia passione per la moda. In attesa del grande ritorno della designer inglese
Questa settimana su iODonna.it è uscito un pezzo in cui racconto dell’incontrastata e imperitura influenza del Celine di Phoebe Philo sulla moda contemporanea. Il testo è corredato da immagini provenienti sia dalle indimenticabili collezioni della maison francese sotto la guida di Philo, sia da sfilate di altri brand, che uno sguardo all’archivio di Celine l’hanno dato più volte. Una ricerca che mi ha permesso di immergermi in un universo estetico ormai defunto eppure tutt’altro che sepolto. Un tuffo in un immaginario ancora così vivo ed attuale per cui non sorprende l’esistenza di una sorta di culto intorno alla figura di Phoebe Philo, anche a distanza di anni, nonostante il suo carattere schivo, sempre lontana dai riflettori.
Era il 2017 quando la designer inglese annunciava il suo addio a Celine (che all’epoca aveva ancora l’accento) dopo quasi un decennio, spezzando il cuore di tutti gli appassionati di moda. Sì, perché la maison che di lì a breve sarebbe stata nuovamente rivoluzionata da Hedi Slimane stava vivendo un momento di successo strabiliante, di egemonia stilistica ed estetica.
Riguardare oggi alcune immagini e sfilate dell’epoca mi ha ricordato perché ho iniziato ad appassionarmi alla moda e perché, in qualche modo, sono finita a fare questo lavoro. Ho impressa nella mente la sensazione di voler essere come le donne che vedevo sulla passerella e soprattutto nelle campagne di Celine. Un desiderio che poco aveva a che fare con l’aspetto delle modelle (il casting non spiccava per diversità, né a livello di corpi né di etnie), quanto con l’ideale di femminilità che incarnavano: sofisticato, eclettico, diverso da tutto ciò che si vedeva in giro, sensuale in modo inedito, ironico e intellettuale. Tutto ciò che avrei voluto diventare da grande.
Il culto per il Celine di Phoebe Philo, che negli ultimi anni non ha fatto che intensificarsi - mentre la maison attuale viaggia su binari decisamente differenti - è la riprova di quanto la designer fosse in sintonia con i desideri del pubblico. Di quanto la moda, se fatta bene, abbia la capacità di parlare ad una platea variegata, di superare il lato commerciale del business, per farsi immaginario collettivo, avvenimento culturale.
Questa mia dichiarazione d’amore nei confronti di Philo dovrà necessariamente fare i conti con il suo ritorno sulle scene dopo quasi sei anni, in occasione del lancio del suo brand omonimo. È chiaro che un’operazione di rewind totale, di nostalgia assoluta, non è possibile: il marchio Phoebe Philo non potrà (giustamente) essere uguale a ciò che era il suo Celine. Anche perché nel frattempo il panorama dell’industria è cambiato e di “eredi” di quell’estetica, o aspiranti tali, ce ne sono parecchi. The Row ne incarna il lato più essenziale e minimalista, a tratti perfino troppo rigoroso, quasi monacale. Khaite è forse il successore designato, soprattutto secondo la stampa di settore, anche se manca di un certo non so che per sfondare davvero (al di là dei prezzi esorbitanti). Insieme a certi look di Bottega Veneta, le influenze maggiori di Celine by Phoebe Philo si ritrovano da Proenza Schouler, Tibi, Jil Sander, Peter Do, Loewe (che propone delle décolleté pelose molto simili a quelle iconiche di Celine).
Le sveglie di tutto il fashion system sono fissate a lunedì 30 ottobre, quando il brand Phoebe Philo verrà ufficialmente svelato online, senza show o presentazioni. Comunque andrà la sua prossima avventura, avremo sempre il Céline by Phoebe Philo.
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Alla prossima settimana 👋🏻
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50% Cecilia, 50% Andrea. Ho scritto per nss magazine, Harper's Bazaar Italia, Cosmopolitan e iODonna.it. Scrivo di moda anche in questa NL, tra approfondimenti, trend TikTok e ossessioni passeggere 💌