#2 Chi ha paura della Fashion Week
Esisterà mai una settimana della moda davvero democratica e aperta tutti? Ma soprattutto: a designer e maison interessa fino in fondo?
E allora eccoci qui, nel pieno della frenesia da Settimana della Moda milanese (per fortuna in dirittura d’arrivo). Girando come una trottola tra presentazioni e show ai poli opposti della città, tra strade bloccate da taxi e van, con cittadini spazientiti ed esasperati, mi sono chiesta dove stia - se ancora esiste - il fascino della Fashion Week. O meglio, se la percezione di questo evento sia completamente diversa tra chi la vive per lavoro e chi invece a quel mondo non appartiene, e forse ne vorrebbe far parte.
Qualche risposta me la sono data durante il mastodontico evento organizzato da Diesel nella cornice dello Scalo Farini nella serata di mercoledì, purtroppo sotto un diluvio impietoso. L’operazione portata avanti da Glenn Martens, direttore creativo della maison, è interessante e ammirevole: aprire le porte delle sfilate anche ai non addetti ai lavori. Come accaduto la scorsa stagione, anche per la Primavera-Estate 2024 il brand aveva messo in palio un gran numero di biglietti per assistere allo show (occorreva solo registrarsi sul sito di Diesel). Biglietti andati esauriti nel giro di qualche minuto, a testimonianza di un interesse molto acceso. Più che di una sfilata si è trattato di una grande festa aperta a tutti, una sorta di rave animato da oltre sette mila partecipanti, iniziato presto, intervallato da un defilé e continuato in seguito tra djset e bicchieri di gin. I puristi del settore non condivideranno l’assunto che sta alla base di serate di questo tipo. In fin dei conti, la sfilata è il momento apice dell’industria e da tradizione vi assistono esclusivamente giornalisti, buyer, stylist. Solo di recente l’avvento degli influencer e soprattutto dell’influencer marketing ha cambiato le carte in tavola, aprendo uno spiraglio verso un universo altrimenti blindatissimo.
Il party-sfilata di Diesel dimostra che un’alternativa - vogliamo definirla democratica? - esiste. Accogliere una folla variegata di studenti, appassionati di moda o semplicemente curiosi (molti dei quali, è importante sottolinearlo, sfoggiavano capi del brand, nuovi o vecchi) significa invitare nel proprio mondo un’enorme potenziale clientela. Non all’interno di store austeri, tirati a lucido come musei, ma in una situazione nota, famigliare, persino divertente (nonostante i poliziotti con i cani anti-droga ad ogni angolo della location). Certo, è anche vero che molti dei presenti non hanno poi fatto molto caso allo show, preferendo trascorrere quei minuti ballando o facendosi le foto. Ma in fin dei conti ciò che Diesel offriva era un’esperienza, un ponte per instaurare un rapporto con il (suo) pubblico, un gesto ben più prezioso di qualsiasi sfilata.
Sulla stessa lunghezza d’onda, benché forse indirizzato a veri appassionati o intenditori, il ciclo di incontri organizzati da Triennale Milano con figure prominenti del settore. L’esclusiva video intervista realizzata da Cathy Horyn (ad oggi la giornalista di moda più importante e influente al mondo) a Demna di Balenciaga (forse il designer più rivoluzionario degli ultimi anni) ha trasportato lo spettatore dietro le quinte della moda, raccontata in prima persona da chi la sta cambiando. Un avvenimento più unico che raro.
Non penso che sarebbe giusto aprire ogni sfilata a tutti, come non condivido la scelta di tanti brand di invitare nel front row personaggi o influencer che con la moda non c’entrano nulla. Ho però visto con i miei occhi decine di persone accalcate davanti agli schermi sparsi per le stradine di Brera assistere allo show di Gucci. Sarebbe bello se la moda parlasse di più a più persone, scendendo dalla sua torre d’avorio, trovando nuovi mezzi di comunicazione. In passerella o in strada.
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Appuntamento a settimana prossima, direttamente dal mio weekend lungo a Copenhagen 🌷
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50% Cecilia, 50% Andrea. Ho scritto per nss magazine, Harper's Bazaar Italia e iODonna.it. Scrivo di moda anche in questa NL, tra approfondimenti, trend TikTok e ossessioni passeggere 💌