#18 Barbie ha rivoluzionato (anche) l'industria della moda
Il libro che raccoglie tutti i look di Margot Robbie scrive un capitolo inedito per il celebrity styling
Quella appena trascorsa è stata una settimana segnata dalle polemiche intorno alle (mancate) candidature agli Oscar per Barbie. Che rimane, induscutibilmente, il film del 2023. Non solo per la pellicola in sé, ma per il fenomeno culturale che ha rappresentato - risultato, certo, di una massiccia e riuscita operazione di marketing, ma non per questo meno notevole.
Se Barbie ha avuto un impatto straordinario sul botteghino (siamo oltre il miliardo di dollari di incasso), riaccendendo i riflettori sul femminismo contemporaneo, i suoi effetti hanno interessato anche l’industria della moda. Oltre il rosa e i sandali Birkenstock, il progetto di Greta Gerwig e Margot Robbie ha cambiato i connotati del celebrity styling.
Ne è una prova l’uscita, il prossimo 8 marzo, del volume Barbie: The World Tour, il libro firmato da Robbie e dal suo stylist Andrew Mukamal. Una raccolta fotografica (con una parte testuale) di tutti i look indossati durante il press tour del film: moodboard ispirazionali, foto di Barbie d’epoca, bozzetti e scatti dietro le quinte. Una testimonianza precisa e minuziosa di un lavoro colossale, che ha portato l’attrice australiana a diventare Barbie anche sul tappeto rosso. L’aderenza tra Robbie e il suo personaggio è stato infatti un elemento chiave per alimentare e tenere viva l’attenzione intorno al film, anche dopo la sua uscita, persino ora, in tempi di awards season.
«Da anni ancorata a Chanel in qualità di brand ambassador, i look dell’attrice australiana sembravano non entusiasmare i sempre più numerosi “fashion commentator” che animano i dibattiti sui social intorno a sfilate e red carpet. La collaborazione con Mukamal ha portato invece una ventata d’aria fresca al guardaroba dell’attrice e si è dimostrata […] «uno dei più coerenti, seppur ripetitivi, esercizi di stile legati alla promozione di un film e di un personaggio»», scrive Rivista Studio.
Un’evoluzione storica e a tratti rivoluzionaria, se si considera che fino a qualche anno fa la figura dello stylist nemmeno esisteva. L’ha raccontato tante volte Julia Roberts, la cui assistente doveva telefonare ai brand per chiedere (e a volte comprare) gli abiti visti in passerella.
Vestire le star è oggi un vero e proprio business, con un ritorno d’immagine positivo per tutte le parti coinvolte. Il progetto di Mukamal non ha precedenti e potrebbe rappresentare una sorta di nuovo inizio per il settore, cambiando il tipo di relazione che intercorre tra stylist, star e maison. La creatività che ha portato ai look di Margot Robbie-Barbie dimostra che una collaborazione più attiva, attenta e fantasiosa può trasformarsi in qualcosa di molto importante e duraturo.
Sarebbe stato interessante, a questo proposito, veder replicata l’operazione con Emma Stone. Papabilissima prossima vincitrice del premio Oscar, gli abiti della sua Bella Baxter nel film Povere Creature stanno alimentando un trend fatto di maxi maniche a sbuffo, lunghissimi capelli corvini e colori pastello. Un’estetica che si scontra con la realtà (e i contratti), che impongono a Stone look quasi sempre firmati Louis Vuitton, non particolarmente memorabili.
Il successo di Barbie e di Andrew Mukamal confermano la crescente influenza degli stylist, mai come oggi decisivi per la carriera di un’attrice e per la fama di una maison.
ARTICOLI, TREND e OUTFIT 💅🏻
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Alla prossima settimana 👋🏻
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50% Cecilia, 50% Andrea. Ho scritto per nss magazine, Harper's Bazaar Italia, Cosmopolitan e iODonna.it. Scrivo di moda anche in questa NL, tra approfondimenti, trend TikTok e ossessioni passeggere 💌